2-18 aprile 2025
lunedì-sabato dalle 15:00 alle 19:00
La mostra Archipainting: tra forma e visione di Michele Omiccioli si inserisce nel programma espositivo della divisione Artheoria, uno spazio che promuove l’incontro tra arte contemporanea e comunicazione in contesti non convenzionali. TheWarehouse, sede della mostra, rappresenta un punto di incontro tra diversi linguaggi espressivi e un luogo aperto alle nuove sperimentazioni artistiche.
“L’idea alla base di Artheoria è quella di offrire un’esperienza artistica all’interno di un luogo inusuale, i nostri uffici, perché crediamo fermamente che il dialogo e l’incontro con mondi creativi differenti possano influire positivamente sul nostro lavoro di tutti i giorni, stimolando nuove intuizioni e approcci originali. Siamo inoltre convinti che la bellezza contribuisca a migliorare il benessere e la qualità della vita di ognuno, sia in ambito lavorativo sia privato”, commenta Giancarlo Zorzetto, partner di Theoria.
In mostra, Michele Omiccioli presenta un percorso che fonde strutture architettoniche, reali e immaginarie, trasformandole in potenti espressioni artistiche. Un nucleo importante è costituito dal ciclo dedicato a San Michele, progetto artistico ispirato alla leggenda di sette centri spirituali europei posizionati sulla stessa linea e quasi equidistanti tra loro. Inoltre, all’interno della mostra l’artista ha voluto omaggiare la città di Milano con un dipinto speciale: una visione inedita e suggestiva della Torre Velasca.
Fanese classe 1981, Omiccioli si distingue per una continua ricerca pittorica che abbraccia diverse influenze, dall’espressionismo astratto al graffitismo urbano, e un’intensa produzione che spazia tra figurazione e astrazione. Nella sua carriera spiccano mostre in importanti spazi nazionali e internazionali, tra cui la Mole Vanvitelliana di Ancona e la Kunsthalle di Norimberga.
Spiega l’artista: “Il pittore non deve accontentarsi di un progetto di quadro, ma deve cercare un’opera viva, inattesa, che scalzi il ‘già visto’ nella sua mente. Un lavoro che dice tutto alla prima occhiata è già limitato nel suo orizzonte ispirativo. Ogni elemento, ogni dettaglio deve apparire e riapparire nella stratificazione delle letture, come pietre che riemergono da una marea, la marea della superficie”.

